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Abitare il Paese - La cultura della domanda

Al termine dei lavori congressuali abbiamo presentato, in dialogo con la Fondazione REGGIO Children - Centro Loris Malaguzzi, un’azione di coprogettazione territoriale in tutte le regioni italiane a partire dall’idea che le persone, e tra queste, per primi, i bambini e i ragazzi, siano al centro del progetto “Abitare il Paese”.
Il Congresso ha ribadito a chiare lettere la necessità che l’architettura entri anche nelle scuole per generare una cultura della domanda di architettura, puntando decisamente a ridurre l’assuefazione all’ordinarietà di una edilizia mediocre e a scardinare l’idea che all’architetto ci si debba rivolgere solo quando si voglia l’effetto stupefacente di una costruzione ardita o una sequenza armonica di grigi nel design di un interno all’ultima moda.
Il progetto si avvale dell’esperienza di Reggio Children consolidata con il progetto “Fare scuola” rivolto agli Istituti Comprensivi (3÷13 anni), ma si rivolge anche agli
Istituti Superiori che verranno individuati, in sinergia con gli Ordini Provinciali,
sulla scorta delle esperienze già maturate in diverse realtà italiane.
Partendo dalla conoscenza dei territori, delle scuole e dei docenti, verranno selezionate, 35/40 scuole (Istituti Comprensivi e Superiori) in tutte le regioni italiane, includendo alcune città metropolitane ed aree interne, zone periferiche ed aree di particolare complessità.
L’azione coinvolgerà oltre 3000 bambini e ragazzi tra i 3 e i 18 anni, i loro insegnanti e dirigenti scolastici, i tutor (n. 2 architetti per ogni realtà territoriale), gli Ordini Territoriali di riferimento e le comunità locali.
Si tratta di una prima, comunque consistente, esperienza pilota a livello nazionale.
L’obiettivo è quello di farne una pratica regolare, che verrà ripresa anno dopo anno, sollecitando le candidature dirette dei territori.
Il progetto dovrebbe dunque avere diffusione capillare e rappresentare un momento di “consapevolezza” inedito nel rapporto tra architettura e Paese, tra “il mestiere dell’architetto” e i percorsi formativi tradizionali.



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